“LA MENTE CHE SI INTRAPPOLA”.
Attacchi di Panico

“Era una splendida giornata di primavera, stavo andando a raggiungere i miei amici al mare quando all’improvviso ho cominciato a sentire strane sensazioni che via via aumentavano e travolgevano il mio corpo senza che io potessi in alcun modo fermarle: il mio cuore sembrava impazzito, il respiro sempre più affannoso, la gola chiusa, un sudore freddo avvolgeva tutto il mio corpo; l’unica cosa che sono riuscita a pensare è stato come raggiungere il pronto soccorso più vicino per evitare di morire per strada”.

Il panico è una reazione psicofisiologica, rappresenta la forma estrema della paura e mette a dura prova la sicurezza dell’individuo. Le persone che vivono accanto a chi soffre di attacchi di panico tendono a minimizzare il problema.
Chi ha sperimentato una sola volta l’esperienza devastante dell’attacco di panico comincia a controllare o ad evitare tutte le situazioni che potenzialmente potrebbero scatenare l’escalation della paura; così come tende a rivolgere la propria attenzione all’ascolto dei parametri fisiologici quale il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, il senso di equilibrio ed altri nel tentativo di tenere sotto controllo tali spontanee reazioni.

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Corso: “FIGLI SI NASCE, GENITORI SI DIVENTA”

“E’ con le migliori intenzioni che il più delle volte si ottengono gli effetti peggiori”
Oscar Wilde

fernando botero, la famigliaIn un mondo in cui i modelli sociali e culturali mutano con estrema rapidità, essere genitore è diventato un mestiere molto più difficile e impegnativo rispetto al passato e a quando tutto “accadeva” in modo assolutamente naturale.

E se nel passato i genitori erano abituati a “sbrigarsela” da soli, oggi l’eccesso di informazione e il proliferare di nuove teorie sull’educazione e sul come essere “un buon genitore”, hanno creato confusione e disorientamento. Il risultato è che i “nuovi genitori” spesso non riescono a gestire in modo funzionale e coerente il rapporto con i propri figli, siano essi bambini o già adolescenti.
In realtà, quello di cui essi hanno veramente bisogno è semplicemente trovare modalità funzionali per muoversi con successo nell’interazione con i propri figli, così da evitare che normali difficoltà possano trasformarsi in veri problemi strutturati.

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